"Il problema della sofferenza", come lo definì l'ex-ateo C.S. Lewis, è l'arma più usata dagli atei contro la fede cristiana. Non avendo alcuna prova obiettiva su cui fondare la fede in "nessun
Dio", essi ricorrono ad obiezioni di ordine filosofico. E di queste, il problema della sofferenza è la più grande.
Cioè, essi dicono: "Come è possibile che un Dio di amore permetta nel Suo mondo cose quali le guerre, le malattie, il dolore e la morte, soprattutto quando spesso le loro conseguenze sono sentite
più direttamente da coloro che apparentemente sono innocenti? O non è un Dio di amore, ma piuttosto è indifferente alle sofferenze umane, oppure non è un Dio onnipotente e quindi è incapace di
farci qualcosa. In ogni caso, il Dio della Bibbia, che si pretende caratterizzato sia dal potere assoluto che dall'amore perfetto, diventa un anacronismo impossibile".
La difficoltà è indubbiamente reale, ma l'ateismo non è certo la risposta, e nemmeno l'agnosticismo.
Cominciamo col riconoscere che la nostra stessa mente è stata creata da Dio, per cui manifesta una grande presunzione usarla per mettere in discussione Lui e le Sue motivazioni. "La cosa formata dirà a colui che la formò: Perché mi hai fatto così?" (Romani 9:20). "Il giudice di tutta la terra non farà forse giustizia?" (Genesi 18:25).
Non siamo noi a poter stabilire da soli la misura di ciò che è giusto o sbagliato. Solo il Creatore di tutto può fare questo, poichè Egli è un Dio giusto.
Gesù ha amato e ama profondamente i bambini. Egli era felice quando Gli venivano presentati, pregava per loro (Matteo 19:13-14), e li prese come esempio di quella semplicità che dovremmo avere
nel camminare con Dio.
Se molti bambini soffrono o muoiono di fame, la causa va ricercata nell'egoismo e nell'avidità dell'uomo, e nel menefreghismo nei confronti dei più bisognosi. Gesù ha avvertito che per tutti
coloro che osano scandalizzare o fare del male contro i bambini ci sarà un gravissimo giudizio (Matteo 18:6).
La Bibbia dichiara:
"Non c'è sulla terra NESSUN uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai" (Ecclesiaste 7:20).
"TUTTI hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Romani 3:23).
"Le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto" (Isaia 59:2).
Gesù disse: "Quei diciotto sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise, pensate che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, perirete
tutti come loro" (Luca 13:4-5).
Non c'è dunque nessuno che abbia il diritto d'esenzione dall'ira di Dio sulla base della propria innocenza.
La Bibbia ci dice che se Gesù Cristo non è ancora ritornato, è perché ciascuno abbia il tempo di pentirsi e di credere al vangelo. Sono ormai molti millenni che Dio ha pazienza e sopporta il male
e le ingiustizie che imperversano nel mondo. Avrebbe potuto mettervi fine da molto tempo, giudicando definitivamente tutti gli esseri umani, e nessuno di noi sarebbe scampato a quel giusto
giudizio. Ma Egli ci ama, e vuole che tutti siano salvati; vuole che tu stesso, lettore, abbia coscienza del fatto che ogni uomo è peccatore e che tu hai bisogno di conoscerLo oggi, come tuo
Salvatore. Un giorno non lontano Egli sarà il Giudice imparziale e inflessibile di tutti coloro che hanno rifiutato il Suo amore e hanno preferito vivere nel peccato.
Le malattie, le sofferenze e la morte, hanno avuto origine con la caduta dell'uomo. Dio non creò l'uomo perché soffrisse: "Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono" (Genesi
1:31).
Dio creò l'uomo affinché godesse la vita eterna in comunione perenne con Lui, gli diede una compagna e lo circondò con tutte le cose buone che aveva creato.
Tutto questo avvenne fino al giorno in cui la creatura voltò le spalle a Dio. Prima d'allora vi era un'intima e perfetta comunione tra la creatura ed il suo Creatore, tanto che il Signore
scendeva nel giardino di Eden per incontrare l'uomo (Genesi 3:8,9).
Quest'ultimo viveva una vita pienamente felice, senza nessuna limitazione o sofferenza, e aveva ricevuto inoltre il pieno dominio su tutte le altre creature. Con l'entrata del peccato, le cose
cambiarono, entrò la morte con le sue conseguenze. Tutto il creato fu sottoposto al giudizio, e l'uomo che era stato la causa di questo cambiamento perse il suo stato originale divenendo
corruttibile e soggetto alla morte.
Questa "schiavitù della corruzione", che fa sì che "tutta la creazione geme ed è in travaglio" (Romani 8:21,22), è universale e riguarda tutti - uomini, donne e bambini - in ogni luogo. "Tutto il
mondo giace nel maligno" (1 Giovanni 5:19).
I credenti, quelli che seguono non una religione, ma che hanno conosciuto Gesù come Signore vivente, hanno fin d'ora la gioia di godere della presenza tangibile di Dio nella loro vita, e Lo
conoscono non più solo come Creatore ma come loro Padre.
"Secondo la Sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia" (2 Pietro 3:13). In quel giorno Dio "asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la
morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate" (Apocalisse 21:4).
E lo fece per noi! "Cristo morì per i nostri peccati" (1 Corinzi 15:3). Egli soffrì e morì al posto nostro, subendo la condanna per le colpe di ciascuno di noi, e risuscitò per poterci riconciliare a sé, e fin d'ora Egli può redimere dal peccato e dalle sue conseguenze chiunque Lo riceve per fede come il proprio Signore e Salvatore.
In conclusione:
L' uomo con la sua ribellione è stato la causa dei suoi mali allontanandosi da Dio e dalla vita perfetta che aveva creato per lui.
Dio ha donato il suo unigenito Figlio per ricomporre questa storica frattura e permettere un ricongiungimento.
Dio è un Dio di giustizia e giudicherà, un giorno, secondo la sua legge tutto il male commesso oggi.
camcris